Via il mal di testa “svuotando la piscina del cervello”
25 Maggio 2019La metodica, messa a punto alla Federico II, è semplice, ripetibile all’infinito e con rischi praticamente inesistenti se fatta da un medico esperto.
Un docente universitario napoletano, il professore Roberto De Simone, responsabile del centro cefalee dell’Università Federico II, chiarisce il motivo neurofisiologico del trattamento che ha messo a punto e sperimentato già da diversi anni e che può liberare dal mal di testa pazienti in cui anni di precedenti terapie di ogni tipo avevano fallito. Partendo da una scoperta di colleghi partenopei e spagnoli che hanno visto come la maggiore concentrazione di neurotrasmettitori del dolore (Cgrp, Sp, nNos, Vip, Th e Npy) si trova proprio nelle fibre nervose a spirale dei seni venosi cerebrali la cui compressione è, secondo De Simone, alla base della cefalea cronica. Lo studioso partenopeo ha capito che liberandoli da questa compressione tramite una semplice puntura lombare è possibile risolvere casi di emicrania cronica refrattaria che anni di terapie non riuscivano a curare.
Il professore De Simone pratica questo trattamento dal 2015 quando si accorse della presenza di misconosciute stenosi venose intracraniche che provocavano una cosiddetta IIHWOP, acronimo di Idiopatic Intracranial Hypertension Without Papilledema, cioè Ipertensione idiopatica intracranica senza papilledema che il ricercatore aveva pensato di correggere senza sospettare che queste stenosi portassero all’abnorme liberazione dei peptidi dolorosi. La IIHWOP è un’anomalia del circolo venoso, cioè è lo «schiacciamento» di un tratto più o meno lungo della vena cerebrale chiamata seno trasverso che ostacola il deflusso del sangue dalla testa, facendo aumentarne la pressione venosa cerebrale: l’incremento pressorio si ripercuote sulla pressione del liquido cerebrospinale in cui è immerso il cervello, innescando un circolo vizioso che alla fine trova un suo equilibrio attorno a valori pressori più elevati.
Adesso si scopre che ciò equivale al rilascio dei neuropeptidi del dolore. La congestione venosa intracranica conseguente alle stenosi porta infatti a una progressiva sensibilizzazione delle vie centrali del dolore che negli emicranici sono costituzionalmente propense a rispondere maggiormente agli stimoli e così s’innesca la cronicità del mal di testa che colpisce sia chi già ne soffriva in maniera sporadica, sia chi era geneticamente predisposto a svilupparlo.
Da quel momento in poi la vita di questi soggetti è segnata: da poche crisi di mal di testa al mese passano a un tormento presente tutti i giorni. Nel Policlinico Federico II il professore De Simone ha trovato il corretto trattamento del mal di testa da IIHWOP: per riequilibrare la pressione intracranica basta sottrarre una piccola quantità di liquor mediante una puntura lombare e si libera istantaneamente il paziente da un dolore che non rispondeva a nessun trattamento. La procedura è semplice, ripetibile all’infinito e con rischi praticamente inesistenti se fatta da un medico esperto: l’estrazione di poche gocce di questo liquido è infatti una tecnica usata dai neurologi di tutto il mondo per lo più a scopi diagnostici da oltre due secoli.
Potrebbe essere stata individuata la causa del mal di testa cronico: riducendo la pressione della piscina in cui sta immerso il cervello si evita la compressione dei seni venosi e il conseguente rilascio dalle loro fibre soprattutto del neuropeptide doloroso più potente dell’organismo, il CGRP proprio quello contro il quale sono appena stati messi a punto i nuovi farmaci monoclonali, popolarmente chiamati vaccino del mal di testa.