Vico Equense, un paradiso trasformato in pattumiera
19 Febbraio 2019 0 Di La RedazioneI volontari del Wwf Terre del Tirreno, assieme a guide escursionistiche, hanno recuperato oltre 4 quintali e mezzo di spazzatura dall’alveo fluviale della sorgente Sperlonga.
Il sentiero della Sperlonga, di epoca preromana, un tempo faceva parte del percorso che collegava la città di Stabia a Vico Equense ed era l’unica via di comunicazione terrestre con i paesi della penisola sorrentina. Nel 1832, con la costruzione dell’attuale strada statale 145 Sorrentina, il percorso della Sperlonga, dove era istituito l’impianto di un posto di dazio, è stato abbandonato. Oggi è una piccola stradina immersa nel verde tra le colline, percorsa da escursionisti e appassionati di natura.
Giunti alla sorgente i volontari si sono calati nell’alveo fluviale per recuperare i tantissimi rifiuti gettati dal ponticello dai soliti incivili e criminali indigeni del post.
Il supporto di un automezzo della Sarim, che ha anche fornito sacchi e guanti da lavoro, ha reso possibile il trasferimento al centro recupero di Vico Equense dei rifiuti raccolti. Nonostante le condizioni difficili di lavoro (il recupero dei sacchi colmi di spazzatura dall’alveo ha reso necessario l’uso di corde) e il poco tempo dedicato all’operazione (circa due ore), si è riusciti complessivamente a tirar su 450 chili di rifiuti indifferenziati.
“Non ci si aspettava di trovare così tanta spazzatura – raccontano i volontari del Wwf – anche perché analoga pulizia era stata effettuata nello stesso sito qualche anno fa. È assurdo e ingiustificabile che esistano ancora cittadini incivili che non si fanno scrupoli a gettare in natura rifiuti di ogni genere. Un’atavica e mal radicata deformazione mentale induce taluni abitanti di questi luoghi naturali a considerare gli alvei fluviali, i ponti e le scarpate di montagne, null’altro che baratri da colmare con immondizia di ogni genere, nonostante il comune offra un servizio di recupero ingombranti e di raccolta differenziata ormai da tempo.
Abbiamo trovato giù nel fiume e sotto il ponticello, immersi tra stratificazioni di plastiche, terreno e rami, oggetti di ogni tipo: un materasso, reti, elettrodomestici, vestiari, scarpe, vetro, bidoni, tubature, copertoni, calcinacci, materiali edili, carcasse di animali tra cui un cinghiale… e l’immancabile pericoloso amianto, impacchettato e a pezzetti… abbandonato in Natura nella totale ignoranza degli effetti nefasti che tale materiale ha sulla salute umana col rischio di inalazione delle fibre di asbesto.
Si auspica, dopo l’ennesima pulizia dei volontari, che l’amministrazione e le forze dell’ordine competenti si adoprino ora per intercettare e punire, anche con l’ausilio di foto-trappole, i responsabili dei reiterati scarichi di rifiuti alla sorgente della Sperlonga.
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