VII Convegno Nazionale Anmdo – Card
4 Ottobre 2019L’appropriatezza nel servizio sanitario nazionale, condivisione di strategie tra ospedale e territorio. Standardizzazione dei processi di assistenza ed equità di accesso alle cure.
Risposte appropriate e calibrate sui bisogni di salute. Per Gennaro Volpe (Card): “Eccessiva l’ospedalizzazione, la sfida è puntare sulle cure territoriali”. Per Giuseppe Matarazzo (Anmdo): «Serve equilibrio, attenzione a non impoverire le strutture ospedaliere che restano una delle poche certezze per i cittadini. In Campania più di dieci anni di commissariamento hanno avuto un peso sull’assistenza».
«Il servizio sanitario è ancora troppo centrato su un modello di assistenza basato sull’ospedalizzazione, retaggio di una cultura dell’ospedale superata da decenni in favore di un sistema integrato ospedale-territorio. Ecco perché la sfida da vincere è ora quella della riorganizzazione delle cure territoriali, una sfida alla quale la politica regionale crede molto e per la quale ha programmato un nuovo piano territoriale e la riorganizzane delle cure primarie. Inoltre ha messo in campo ingenti risorse economiche». Gennaro Volpe – direttore generale dell’ASL di Benevento e presidente della Confederazione delle associazioni regionali di distretto (Card) – accende un faro su uno dei temi centrali per la politica sanitaria regionale, problema del quale si discuterà ai massimi livelli martedì 8 ottobre in occasione del VII convegno nazionale Card – Anmd.
Una questione molto concreta, alla quale i decreti 134 del 2016 e 43 del 2019 assegnano risorse per milioni di euro. «Soldi che abbiamo la responsabilità di investire correttamente – aggiunge Volpe – per migliorare e far decollare il sistema delle cure primarie». E il direttore generale dell’Asl di Benevento ribadisce il ruolo della medicina generale, «che dovrà lavorare nell’ambito delle Aggregazioni funzionali territoriali e in sinergia con le nuove strutture che si stano creando (a Benevento già attive) proprio per le cure primarie». Il tema resta comunque molto complesso, e anche moto “caldo” visto che proprio in questo periodo ci si sta apprestando a mettere a punto il piano territoriale. Uno dei nodi da sciogliere è in Campania quello “dell’attrito” tra ospedale e territorio affidando – dice il presidente CARD – agli ospedali solo le acuzie e mettendo il territorio in condizione di gestire la cronicità. Esigenza, quella di accelerare sul potenziamento del territorio, che però non deve essere interpretata a scapito della funzione ospedaliera, avverte il vicepresidente nazionale Anmdo Giuseppe Matarazzo. «Il ruolo degli ospedali resta centrale in un sistema che intenda garantire appropriatezza delle cure. Abbraccio l’indicazione di potenziare il territorio – precisa Matarazzo – ma sarebbe un errore se questo avvenisse a scapito dell’assistenza ospedaliera. Non dimentichiamo mai che al momento l’ospedale è tra le poche certezze che restano ai cittadini».
In definitiva, emerge ancora una volta l’esigenza di ritrovare “equilibrio”, di ragionare in termini di integrazione e non di dualismo tra ospedale e territorio. Non a caso l’appropriatezza, fare le cose giuste al paziente giusto e al momento giusto, è ancora oggi il risultato che ci si prefigura di raggiungere.
Il problema è capire a che punto sia la Campania in questo percorso a ostacoli. Matarazzo non ha dubbi: «Non siamo messi male – dice – la nostra situazione è paragonabile a quella di molte altre regioni sottoposte a piano di rientro. Ma ora non possiamo più permettere che ragioni economiche influiscano su scelte assistenziali, e in Campania dieci anni di tagli e blocco del turnover si fanno sentire. In definitiva – afferma Matarazzo – dieci anni di commissariamento hanno “strangolato” l’assistenza. Abbiamo raggiunto il pareggio di bilancio e si sta lavorando molto sui Lea, ma non si può ignorare che anche in questo senso l’asticella è posta sempre un po’ più in alto. Il ministero sta già sperimentando nuovi indicatori, che alla fine spingono l’organizzazione in un senso o nell’altro, e questo a volte può avere effetti di adeguamento verso la misurazione di quell’indicatore. Dovremmo provare ad arricchire il ragionamento, ricordarci di mettere al centro del nostro interesse il paziente e costruire attorno a questo dei percorsi. Un’ottica nella quale si comprende bene che non esistono dicotomie ospedale-territorio, ma solo appropriatezza».
Restano insomma diverse criticità, rispetto alle quali il convegno Anmdo – Card rappresenterà anche un momento di sintesi. Un confronto importante che vedrà tra gli altri, oltre al presidente Vincenzo De Luca, Enrico Coscioni (Consigliere per la salute del governatore), Silvio Brusaferro (Presidente dell’Istituto Superiore Sanità – Professore ordinario di igiene generale e applicata, Università degli studi di Udine) Raffaele Calabrò (Rettore Università campus biomedico di Roma), Gaetano Manfredi (Rettore della Federico II di Napoli), Gianluca Postiglione (Direttore Generale So.Re.Sa) e Antonella Guida (Dirigente di staff – Direzione generale tutela della salute della regione).
Tra i temi “caldi” anche quello del “regionalismo differenziato”, che genera grandi preoccupazioni e perplessità visto il rischio di creare una grave spaccatura del Sistema sanitario nazionale, mettendo all’angolo proprio regioni come la Campania. In questo senso potrebbero essere condivisibili le preoccupazioni sulla possibilità che si perda il principio di uguaglianza per l’accesso alle prestazioni comprese nei Lea su tutto il territorio nazionale.