Vincenzo De Luca dichiara guerra alle liste di attesa
30 Gennaio 2025 Off Di Antonio MagliuloListe di attesa troppo lunghe? Il Problema, peraltro complesso di suo, è antico come dimostrato dagli interventi numerosi messi in campo dalle singole Regioni, negli anni passati, per tentare di trovare un rimedio. Anche la Campania ci ha provato, ovviamente anch’essa senza nulla di fatto.
Dobbiamo ancora fare un salto all’indietro nel tempo e fermare le lancette sul 21 di febbraio 2019 per trovare un tentativo più organico, inerente l’intero territorio nazionale. La sede è quella della Conferenza permanente per i rapporti fra Stato, Regioni e Province autonome dove viene approvato il Piano Nazionale per le liste di attesa (PNGLA) che impegna tutti i soggetti istituzionali coinvolti ad adottare misure atte a contenere in limiti fisiologici quella che è diventata, frattanto, una malattia incurabile.
Un salto di un lustro, questa volta in avanti e, nel 2024, ecco la legge 107 che prevede “ulteriori azioni per incrementare l’efficienza del servizio sanitario nazionale attraverso misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa e delle prestazioni sanitarie”. Non solo, la legge 107 istituisce, presso il Ministero della salute un “Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria” che opera alle dirette dipendenze del ministro.
L’urgenza in politica – e purtroppo anche in sanità – è concetto relativo, per cui bisogna attendere il 16 gennaio di quest’anno perché venga alla luce la delibera della Regione Campania numero 12 che “genera” l’Unità centrale di gestione dell’assistenza sanitaria e dei tempi e delle liste di attesa. Chissà perché a vedere un titolo così lungo ci viene in mente il celebre monologo portato in scena dal compianto Massimo Troisi: bimbi con nomi brevi (Ugo) che risulterebbero bene educati; bimbi portatori di un nome più lungo (Massimiliano) che verrebbero su senza regole. Mentre lo chiami (Ma-ssi-mi-lia-no) – chiosava l’indimenticabile attore – quello è già uscito dalla porta e non ti sta più a sentire.
Ma ora, per non divagare troppo, torniamo all’Unità centrale che, entro 30 giorni dalla sua istituzione, come primo atto dovrà nominare il “Responsabile unico regionale dell’Assistenza sanitaria” (Ruas). Del neonato organismo, presieduto e coordinato dal presidente della Giunta Campana, Vincenzo De Luca, faranno parte: il direttore generale tutela della salute (per ora, Antonio Postiglione); il dirigente Uod “Personale SSR” Gaetano Patrone; il dirigente della Uod responsabile della oplitica del farmaco e dei dispositivi, Ugo Trama; la dirigente di staff Direzione generale tutela salute, con funzione di supporto nella verifica delle performance degli enti del Ssr, Annamaria Ferriero che è l’unica femminuccia. Inoltre, per “specifiche professionalità e competenze”: Il direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva; il direttore generale del “Cardarelli” Antonio D’Amore; il direttore generale dell’Asl di Salerno, Gennaro Sosto.
Quello che salta agli occhi nella composizione del nuovo organigramma di controllo e verifica, disegnato nel provvedimento di Giunta, è che scarseggiano figure ad alta specializzazione in relazione alla materia strettamente sanitarie che rappresenta il campo nel quale si gioca la partita. De Luca è laureato in Filosofia, Verdoliva e Sosto sono ingegneri, Patrone è dirigente amministrativo. In conclusione, l’aspetto sanitario che a nostro modesto avviso è sicuramente prioritario, grava sulle povere spallucce di Antonio D’Amore che dovrà diventare almeno bino per reggere i pesi del Cardarelli e delle liste di attesa e di Annamaria Ferriero che pure ha il suo da fare, dovendosi dividere tra il nuovo incarico e le materie complesse che segue di routine in Regione.