Vitamine ed autismo
9 Aprile 2019Assumere vitamine prenatali durante il primo mese di gravidanza riduce il rischio di sviluppare i disturbi dello spettro autistico (Asd) nei bambini con predisposizione genetica.
Potrebbe esserci una stretta relazione fra assunzione di vitamine, durante il periodo della gestazione, e sviluppo del disturbo dello spettro autistico. È emerso questo a Perugia in occasione del recente congresso della Società italiana di medicina di emergenza ed urgenza pediatrica (Simeup). L’autismo è un disturbo a carattere prevalentemente ereditario, nel quale la componente genetica ha una responsabilità nell’83% dei casi. Nel caso di familiarità, occorre evidenziare come i fratelli più piccoli di bambini con Asd abbiano fino a 13 volte più probabilità, rispetto alla popolazione generale, di sviluppare i disturbi tipici di questa impattante patologia. Le madri di bambini con disturbi dello spettro autistico (Asd) possono essere in grado di ridurre il rischio di autismo in ulteriori figli assumendo vitamine prenatali durante il loro primo mese di gravidanza.
A dimostrarlo è il recente studio internazionale condotto su 241 bambini i cui fratelli maggiori avevano ricevuto una diagnosi di autismo. L’indagine ha valutato la crescita dei bambini a partire da 6 mesi fino a 3 anni. Dalla ricerca è emerso che circa il 33% dei bambini le cui madri non avevano assunto vitamine prenatali nel primo mese di gravidanza ha sviluppato i disturbi dello spettro autistico.
Mentre solo il 14% dei bambini le cui mamme avevano assunto vitamine ha manifestato i sintomi questa grave patologia1.L’uso materno di vitamine prenatali può ridurre, quindi, la recidiva di Asd nei fratelli di bambini con Asd in famiglie ad alto rischio. In Italia 1 bambino su 100 è colpito da disturbi dello spettro autistico3. Ad essere più colpiti i soggetti di sesso maschile, 3-4 volte in più dei soggetti femminili. I sintomi si manifestano di solito prima dei tre anni e riguardano inizialmente difficoltà di linguaggio, di comunicazione e un’apparente difficoltà di contatto emotivo, sia con i genitori sia con i coetanei. “Incontri come questi rappresentano un’importante occasione di aggiornamento e confronto scientifico fra tutte le realtà del territorio che operano nel campo della pediatria – spiega Susanna Esposito, professore ordinario di pediatria all’Università di Perugia-.
Il tema di oggi affronta un aspetto molto importante che spesso viene sottovalutato. La gravidanza, infatti, getta le basi per il sano sviluppo del futuro bambino. In questo periodo, l’assunzione di vitamine anche attraverso una corretta alimentazione si rivela essenziale per preservare la salute della mamma e del nascituro, a breve e a lungo termine. La madre rappresenta l’unica fonte di nutrimento per lo sviluppo dell’embrione e del feto. Ecco perché, oltre ad un corretto stile di vita, è necessario fornire la giusta quantità di micro e macronutrienti”.