Vittorio D’Amico, sarò sempre debitore alla Pallavolo per ciò che mi ha dato
4 Agosto 2021Al 31 luglio il 52% degli italiani ha ricevuto la vaccinazione completa. Stesso dato della Germania, mentre la Francia si attesta al 47%. Tra i big europei, la Spagna ha la percentuale migliore (58%). Nell’ultima settimana la campagna vaccinale nel nostro Paese è proseguita su cifre che si attestano intorno alle 500mila somministrazioni al giorno.
La campagna vaccinale sembra procedere con rapidità ma la preoccupazione di contrarre la variante delta del virus è ancora alta, soprattutto tra i giovani.
Purtroppo le giovani generazioni risultano essere le più penalizzate dalla pandemia che impedisce la naturale socializzazione contrasta il naturale desiderio di libertà tipico della sana gioventù. Lo Sport continua ad essere l’unico presidio naturale per prevenire ogni forma di patologia e riesce a proiettare i giovani in una sana dimensione di libertà.
Oggi parliamo di sport e salute con un giovane pallavolista: Vittorio D’Amico nato a Paola (CS) il 31 dicembre del 1997.
2015-2016 Area Brutia Volley Team – Serie B1; 2016-2017 Area Brutia Volley Team – Serie B unica; 2017- 2018 Sangrem Volley Morciano – Serie B unica; 2018-2019; Scarabeo Junior Volley Civita Castellana – Serie B unica; 2019- 2020 Volley School Bcc Colli albani – Serie B unica; 2020- 2021 Area Brutia volley Team.
Come ha vissuto e vive, come ha affrontato ed affronta la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?
La sto vivendo abbastanza “serenamente”, attenendomi scrupolosamente alle regole per il bene di tutti, certo è che c’è stata tanta paura inizialmente perché non sapevamo a cosa stavamo andando in contro e personalmente ho dovuto rimboccarmi le maniche dandomi da fare specialmente durante il periodo del primo lockdown, cercando di trarne il meglio dalla situazione estremamente negativa. Devo dire però che per me dal punto di vista degli studi è stato un periodo molto positivo. Le severe misure restrittive sicuramente sono state introdotte in una situazione critica e di emergenza, ma penso anche che se avessimo avuto un piano d’azione pandemico più organizzato le cose sarebbero andate in maniera diversa. O comunque si sarebbero limitati i danni.
Quanti danni hanno causato allo Sport in generale ed al Volley in particolare la pandemia, le chiusure indiscriminate e la confusa gestione politica?
Personalmente penso che la pandemia abbia stravolto tutto e lo sport ne ha risentito parecchio, non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto dal punto di vista sociale, modificando quei legami e quei rapporti umani forti che esso riusciva a creare. La pandemia quindi ci ha fatti stare lontani, da marzo 2020, creando un clima che non era dei migliori. Penso che la pallavolo sia un ambiente sano, basato su alcuni principi molto importanti e che purtroppo ha risentito molto di questo brutto periodo che spero finisca al più presto. Per quanto riguarda la gestione politica c’è da dire che la federazione avrebbe potuto sicuramente tutelarci di più perché il nostro non è uno sport di contatto, è uno sport sicuro e in ogni caso sarebbe bastato un incremento dei controlli per gestire la situazione.
Quanto valore attribuisce al binomio sport-salute?
Sport e salute rappresentano un legame importantissimo per lo stato psicofisico di ognuno. Purtroppo per molti nel 2020 è stato impossibile praticare sport in maniera regolare e il livello di impegno sportivo è calato drasticamente. Specialmente in età giovanile lo sport è significativo perché forma il carattere, insegna ad approcciare con gli altri e forma la struttura fisica fortificando tutta quella che è la struttura scheletrica e muscolare e come se non bastasse, praticare una qualsiasi attività sportiva previene malattie. Quindi penso che il binomio sport-salute sia un connubio davvero indissolubile.
Cosa le hanno dato in termini di crescita personale, sociale e professionale lo Sport in generale ed il Volley in particolare?
Io devo molto allo sport e alla pallavolo in particolare, perché se sono diventato l’uomo che sono oggi è anche merito suo, come dicevo pocanzi, lo sport ti forgia il carattere, ti insegna ad avere rispetto per gli altri, ti insegna a lavorare di squadra. E’ uno sport di disciplina ed è una sensazione stupenda avere una squadra che lotta per un obiettivo comune. E passando le giornate con quella squadra poi diventa la tua seconda famiglia. Dello sport ne sto facendo la mia vita concretizzando i miei studi in scienze motorie e quindi, si, posso dire che lo sport e la pallavolo in particolare sono la mia vita e ne sarò sempre debitore nei loro confronti.