William Filidoro, il mantenimento della forma fisica alla base del benessere psicofisico
28 Gennaio 2022L’attività fisica, a qualunque livello purché non troppo blanda, contribuisce ad alleviare lo stress, a eliminare l’ansia e ad attenuare i sintomi della depressione. Chiunque abbia svolto un minimo di attività fisica continuativa potrà testimoniare quello stato di benessere indotto dal movimento.
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un valido calciatore: William Filidoro.
Come hai vissuto e come vivi, come hai affrontato e come affronti la paura della pandemia e il disagio legato alle indispensabili misure restrittive?
Partendo dall’origine della pandemia, in riferimento al primo lockdown, la situazione mi era molto ambigua e strana, perché una volta usciti da casa dopo 2 lunghi mesi e mezzo, gli atteggiamenti e i rapporti civili( anche con persone molto care e vicine a me) inizialmente mi spaventavano molto, perché avevo sempre il timore di poter contrarre il virus e diffonderlo all’interno della mia famiglia e soprattutto alle persone più anziane come mia nonna. Poi successivamente con il passare del tempo mi sono lasciato andare e a vivere in maniera molto più spensierata, ovviamente sempre con le giuste precauzioni e distanze, perché comunque avendo 22 anni, privarsi di tutto ciò che il mondo ci offre rimanendo a casa su un divano, non era sicuramente la scelta giusta, sia per una questione fisica, ma soprattutto mentale. Ad oggi vivo la pandemia con molta filosofia e con molta allegria ad essere sincero, perché sono riuscito a farci l’abitudine e a convivere con questo disagio che ormai ci opprime da 2 anni e mezzo, nonostante le varie e numerose restrizioni, concentrandomi sulle cose e persone a me care e importanti per la costruzione del mio futuro, come ad esempio gli studi universitari, il calcio e la famiglia.
Quanti danni hanno causato allo sport e al calcio in particolare le chiusure indiscriminate della prima e la confuso se non cattiva gestione politica?
A mio avviso, i danni causati sono tanti, perché sono stati spodestati e si sono negativizzati diversi settori quali quello dell’inclusione sociale, quello economico, ma soprattutto siamo stati privati di tutto ciò che a noi atleti o sportivi amiamo di più in assoluto, ovvero il contesto di squadra(o spogliatoio), che ci permette di conosce persone con cui condividere, emozioni di ogni tipo, dai successi alla sconfitte, dalla gioia alla tristezza, tutti elementi e fattori che comunque formano, migliorano e fanno parte per la carriera di un atleta. Quindi il mio pensiero e appello è quello di riflettere, aspettare e tenere conto di tutte queste situazioni che per chi prende decisioni e sta ai vertici della politica possono sembrare cose banali o Piccolezze ma che invece per chi come me, hanno un significato molto incisivo e importante, perché pur non essendo professionisti, abbiamo comunque bisogno di professare tutto ciò che ci piace e far star bene sia sotto il punto di vista fisico, mentale e soprattutto morale. Quindi spero prossimamente in una migliore gestione decisionale.
Quanto valore attribuisci al binomio sport-salute, ossia quanto è fondamentale l’attività sportiva per il mantenimento del benessere psicofisico?
Credo che per la crescita di un atleta o di una persona che seppur non pratica nessuno sport, il mantenimento psico-fisico è fondamentale per la crescita di ognuno di noi, perché comunque più ci sentiamo bene e ci vediamo belli fisicamente, la mente meglio lavora e meglio si sente. Di conseguenza se si è liberi mentalmente, si lavora meglio fisicamente e si impara a lavorare soprattutto sullo sforzo, che è il limite che ognuno di noi atleti deve imparare a raggiungere, per potersi sentire soddisfatto di se stessi. Solitamente io dico che la base per ottenere un buon rendimento psico-fisico è basato sul sacrificio e sulla voglia di migliorarsi sempre per poter raggiungere qualsiasi tipo di obiettivo.
Cosa ti ha dato la pratica calcistica in termini di crescita personale, sociale e professionale?
Posso iniziare col dire semplicemente che lo Sport( calcio), mi ha donato praticamente tutto. La mia passione innanzitutto mi è stata trasmessa da mio padre, che fu calciatore negli anni 80/90, e per questo non smetterò mai di ringraziarlo perché mi ha aperto le porte di un mondo seppur ad oggi purtroppo ridotto agli estremi per via sempre della pandemia, ma allo stesso tempo unico e magico. Questo perché dal punto di vista personale ho avuto un’evoluzione notevole, perché con il passare degli anni giocando in diverse squadre ho appreso da persone e giocatori veramente forti un po’ del loro bagaglio tecnico-tattico, ma soprattutto caratteriale e sul piano della mentalità, quindi ad oggi di tutto ciò ne farò tesoro, cercando di migliorare sempre di più e di lavorare sui miei limiti e sulle maggiori difficoltà.
Sotto l’aspetto sociale e professionale, credo che sia il regalo più bello che abbia potuto ricevere dalla vita, perché il calcio mi ha regalato la possibilità di conoscere persone che nel corso del tempo si sono rivelate fondamentali per me, e che io li reputo chi come fratelli o chi come se fossero dei papà. Questo perché quello che si vive e succede all’interno dello spogliatoio ti aiuta ad aprire mente e cuore e a dare il 100% di te stesso in campo e fuori, per coloro che ti dimostrano lealtà, semplicità, onestà e rispetto e fortunatamente mi sono trovato bene quasi in ogni contesto. Infine ci tenevo a concludere, per far intendere meglio il mio discorso, nominando la squadra attuale per cui gioco, che è il VE RENDE… Beh che dire siamo UNA FAMIGLIA MERAVIGLIOSA, e credo che sia la cosa più bella che mi sia potuta capitare sia in ambito sportivo che non. Ci tenevo a ringraziarli per avermi accolto come un fratello e soprattutto li ringrazio per avermi conosciuti. Insieme sempre, fuori e dentro dal campo, raggiungeremo i nostri obiettivi e ci toglieremo molte soddisfazioni.