WWF, per la Pineta di Sorrento è tempo di rimboschire
2 Febbraio 2023È di questi giorni la notizia di un provvisorio dissequestro della pineta Le Tore di Sorrento da parte della Procura. E’ stato chiesto dal comune per bonificare il sito, eseguire saggi al piazzale dell’eliporto e predisporre il progetto esecutivo di riqualificazione. Il comune avrà tempo solo fino al 15 marzo. Dopo inizia la delicata fase di nidificazione dell’avifauna.
Appena una settimana fa il WWF Terre del Tirreno aveva inviato una dettagliata relazione tecnica con osservazioni al progetto di riqualificazione della pineta col quale il comune, senza attendere gli sviluppi della magistratura che aveva posto sotto sequestro l’intera area dopo la denuncia del WWF, ha messo in bilancio ben 481.000 euro per riprendere i lavori in pineta.
Si legge nel nuovo progetto che “le attività saranno finalizzate soprattutto al recupero dell’area verde che, a causa di diversi eventi come incendi e tempeste verificatisi negli ultimi anni, è stata gravemente danneggiata”, ma si omette di dire che il danno, dopo l’incendio del 2017 e la tempesta del 2018, è stato inferto proprio dalle motoseghe su incarico dell’amministrazione comunale precedente, con cospicui finanziamenti pubblici oltre che privati (Timberland e Terna).
La riqualificazione ora approvata prevede “interventi di rinaturalizzazione del soprassuolo e del sottobosco, con l’installazione di nuovi alberi di specie autoctone, come quercete mediterranee, con aspetti arbustivi a macchia, che andranno a sostituire le zone degradate della pineta.” In pratica proprio quello che l’amministrazione precedente aveva proclamato di voler fare, salvo invece procedere ad un disboscamento senza precedenti del polmone verde, con taglio di alberi sani e non previsti dal progetto. La denuncia del WWF fermò le motoseghe e ottenne, a novembre del 2020, il sequestro dell’area da parte dei Carabinieri Forestali di Castellammare di Stabia su disposizione della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, quando ormai quasi un quarto della pineta era già andata distrutta.
Ora si torna a parlare di questa importante area a verde. Ma chi sono i protagonisti che dovranno attuare la “riqualificazione e la rinascita” delle Tore? Perché, al di là delle buone intenzioni e delle belle parole, c’è bisogno di affidarsi a chi della tutela della Natura e della pianificazione e gestione di aree naturali ha conoscenza, professionalità ed esperienza, oltre che credibilità! Per poter al meglio intervenire nella gestione di un bosco è necessario avere tutte le opportune conoscenze scientifiche e tecniche nelle varie materie: dalla botanica all’ecologia, dalle scienze forestali alla selvicoltura.
Leggere nel progetto a firma del dott. for. Savino Mastrullo, che “le opere programmate saranno precedute da interventi di decespugliamento ed eradicazione del sottobosco… e dalla sua messa in sicurezza” ci mette in allerta. Iniziare col tagliare altri alberi e dichiarare di voler “eradicare il sottobosco” svela una scarsa sensibilità ambientale: nel sottobosco, costituito da piante, felci, funghi, muschi e licheni, trova cibo e rifugio gran parte degli organismi viventi di tutta la pineta (insetti, anfibi, rettili, uccelli, mammiferi). Inoltre nel sottile e precario strato di humus, che il sottobosco protegge dall’insolazione, c’è il “carburante” dell’intera biodiversità. La differenza tra un bosco e un parco urbano attrezzato, o un giardino di un albergo ben curato, sembrerebbe non affatto chiara a tecnici ed amministratori!
Prendersi cura di un bosco significa proteggere la sua selvaticità il bosco sa cavarsela benissimo da solo, non va né diradato né ripulito del suo sottobosco e la sua bellezza è nell’armonia, non nell’essere “ordinato”. Quando eravamo piccoli, i boschi erano qualcosa di magico che ci consentivano di vivere giornate intense, inventando giochi innocenti che a noi sembravano straordinari. Quando si andava nei boschi era una festa. In un mondo sempre più veloce e in affanno i boschi ci permettono di rallentare e di riprenderci il nostro tempo, in cui un’ora è davvero un’ora della propria vita e non l’intervallo tra un appuntamento e l’altro. Riteniamo che la pineta delle Tore abbia debba continuare ad avere, come accade da almeno mezzo secolo, un ruolo di spazio naturale ricreativo e contemplativo, lontano da ogni visione di sfruttamento selvi-colturale e/o ipotizzato utilizzo economico, se non quello derivante dalla sua conservazione e tutela.”
L’obiettivo comune che condividiamo è quello di restituire il sito della Pineta le Tore alla piena fruizione della popolazione locale e dei visitatori e ben venga la risistemazione della sentieristica e della segnaletica, uniti ad un serio rimboschimento. Ma la prima cosa da tener presente è il RISPETTO dei delicati equilibri, già in gran parte violati, dell’ecosistema naturale e dell’organismo vegetale nel quale si va ad operare, rappresentato da 12.000 residui esemplari di Pino marittimo (Pinus pinaster) piantati dall’uomo, filati verso il cielo e strettamente interconnessi l’uno all’altro: qualsiasi intervento verrà attuato sui singoli esemplari si ripercuoterà inevitabilmente anche su tutti gli altri! Siamo in presenza infatti non di singole piante, ma di un unicum che da mezzo secolo convive e si sostiene mutualmente. Più avanzerà il fronte del “disboscamento” più si esporranno gli alberi superstiti alle avversità e ai rischi parassitari e strutturali condannando, nel tempo, ad una lenta moria grossa parte del bosco violentato. Ecco perchè il WWF chiede di non tagliare altri alberi che non siano già morti, spezzati o caduti.
Inoltre è bene ricordare che la pineta delle Tore è inserita in un “Parco territoriale” e fa parte a pieno titolo del paesaggio sorrentino, quindi non un bosco con finalità di reddito colturale come una errata e forzata interpretazione del recente TUF (D. Lgs. 3 aprile 2018, n. 34) potrebbe dare ad intendere.
Il progetto approvato dal comune, tuttavia, non prende affatto in considerazione i vincoli paesaggistici posti sull’area dal P.U.T. con la L.R. n. 35/87. Trattasi infatti di un bosco di assoluta e inequivocabile rilevanza paesaggistica (n.d.r. è l’unica pineta pubblica fruibile da Massa Lubrense a Vico Equense) che, oltre all’intrinseco valore ambientale, rappresenta un forte elemento caratterizzante ed identificante la comunità.
La funzionalità ricreativa del bosco, unitamente a quella paesaggistica, è forse quella maggiormente percepita dalla popolazione. Inoltre la pineta ricade in Zona Speciale di Conservazione (ZSC) denominata “Costiera amalfitana tra Nerano e Positano” (cod. IT8030006) e ciò comporta che per qualsiasi intervento, potenzialmente capace di limitare la naturalità del sito, è richiesta una Valutazione di Incidenza Ambientale, tenendo conto delle nuove “Linee guida per la redazione della Valutazione di Incidenza”, che garantisca che l’intervento non ne pregiudichi l’integrità e non ne danneggi le componenti faunistiche e floristiche. Cosa che non è stata presa in considerazione nel progetto di cui si discute!
Il WWF Terre del Tirreno nel corposo documento, redatto dagli esperti dell’associazione, suggerisce gli interventi tecnici a farsi: dall’epoca di piantagione al sesto d’impianto che deve essere il più naturale possibile e con distanze (7/10 m per gli alberi e 3 m per gli arbusti) che permettano agli esemplari arborei di prima grandezza di non andare in competizione filando verso l’alto, elenca una serie di essenze arboree e arbustive autoctone che non sono state affatto considerate, chiede di non abbattere 95 robinie come previsto in progetto solo perché “non autoctone”.
“La robinia, infatti, sebbene non autoctona è ormai diffusa e naturalizzata in tutto l’areale della costiera – spiega l’agronomo Antonio Cariello nella relazione del WWF – I servizi ecosistemici offerti da tale specie sono diversi e vanno dall’assorbimento della CO2 alla preziosa ombra fornita, dall’apporto nella formazione dell’humus con le foglie cadute ai fiori apprezzati dalle api per la produzione del prezioso miele di acacia. Inoltre illudersi di “eradicare” tale specie riesce davvero difficile, per il suo esteso apparato radicale fascicolato dal quale, in caso di abbattimento della pianta madre, si svilupperebbero vigorosi polloni ricoperti di spine che gli esemplari adulti tendono invece a perdere. Non si comprende la logica “purista” per la quale in un’area esposta ai venti, al sole e al degrado, dove mancano all’appello oltre 4000 alberi, ci si preoccupi di andare ad eliminare quasi un centinaio di alberature in buono stato solo perché considerate “non autoctone”? Senza prendere in considerazione le migliaia di robinie che pur circondano la pineta sul versante meridionale costituendo veri e propri boschetti naturalizzati da oltre mezzo secolo!”
Il WWF suggerisce inoltre di piantare una percentuale di alberi più grandi e ricorda di prevedere per almeno 3/5 anni dopo l’impianto le necessarie cure, oltre ad opere di pacciamatura alla base delle piante, idonei pali tutori (non le risibili cannucce da 1 cm che hanno fatto abbattere al primo vento gli alberelli messi nel 2019), irrigazione iniziale, realizzazione di canali di scolo per evitare fenomeni di dilavamento e dissesto, come avvenuto dopo il disboscamento, potature di formazione nei primi anni , controllo delle infestanti, sostituzione delle fallanze per i primi 3 anni, ecc.
Infine il WWF si sofferma sull’importanza della gestione partecipata dei boschi suburbani e del coinvolgimento della società civile, dei volontari e delle associazioni, per costruire una visione condivisa all’interno della quale il bosco possa dialogare con la comunità.
La gestione del bosco le TORE affidata in passato all’associazione WWF, che ne fece un’OASI a carattere nazionale, è stato un esempio concreto di fattiva collaborazione tra volontariato e pubblica amministrazione.
“Siamo certi che stavolta l’amministrazione di Sorrento, guidata dal Sindaco Massimo Coppolavorrà e saprà ascoltare i consigli di chi, come il WWF nato in Penisola sorrentina 38 anni fa proprio per salvare la pineta dalla costruzione di un campo da golf, per anni è stato direttamente impegnato nella salvaguardia del Bosco Le Tore e, ad oggi, né ha a cuore le sorti.”
*Presidente WWF Terre del Tirreno