Zoosanità campana
23 Novembre 2018Dopo le formiche i topi, mentre scarafaggi e zanzare (quest’ultime, bisogna dire, grazie anche alla mitezza del clima) sono diventati stanziali. All’appello hanno risposto presenti pure gli acari della scabbia che, ogni tanto, danno contezza della loro significativa presenza in qualche ospedale.
Sembra un bollettino di una guerra non dichiarata – “Uomini e topi” – ma combattuta, gagliardamente, a colpi di scopa e di pantofole. E così, dopo le formiche negli ospedali napoletani (San Paolo e San Giovanni Bosco) adesso sono di scena i topi del Capilupi di Capri, dove i telefoni continuano a non funzionare ma le scope degli infermieri sì. Almeno quelle brandite per scacciare le moleste bestiole avvistate a più riprese.
“Si tratta di topini” si è schermito qualche dipendente che, prudentemente, ha preferito mantenere l’anonimato. Bene, evidentemente siamo in presenza di un punto nascite non autorizzato che, almeno si spera, Ministero e Regione vorranno chiudere al più presto.
Oramai mancano le parole, gli aggettivi vengono meno. Cade qualsiasi tipo di indagine “topologica”. In questa sagra dell’assurdo, animaletti dalla coda glabra ospiti di strutture ospedaliere, vien quasi da pensare ad un’oscura regia messa in atto per screditare e denigrare. Per distruggere tutto quello che di buono si sta facendo e le tante attività assistenziali di buon livello presenti e garantite in Campania.
Ed invece, di fonte a certe notizie, tutto scompare. Tutto si disperde in un indistinto malessere, in un gorgo nero che ingoia ogni cosa e non lascia più uscire neanche la luce. Adesso è veramente troppo! L’ospedale di Capri non è l’ospedale di Capri è l’ospedale di un’isola che è la vetrina internazionale di una certa Italia che produce e che funziona. Se c’è chi mette merda nel ventilatore per raggiungere “oscuri” obiettivi venga tratto fuori dall’ombra. Ma, intanto, non possiamo ignorare che certi “avvistamenti” stanno distruggendo definitivamente quel minimo di credibilità nelle istituzioni che già era ad alzo zero.