Assistenza d’estate, domani secondo incontro in Regione

Assistenza d’estate, domani secondo incontro in Regione

25 Giugno 2019 0 Di Bruno Buonanno

Nella bella stagione va “in vacanza” anche la sanità. Le prestazioni subiscono brusche contrazioni, come da mesi denunciano le principali organizzazioni sindacali.

La convocazione è per il primo pomeriggio di domani, mercoledì. La Regione convoca per la seconda volta i sindacati medici e della funzione pubblica per concordare una sorta di “patto per la salute estiva”. La premesse non sono le migliori.

Con una circolare del 7 giugno l’avvocato Postiglione, direttore generale per la tutela della salute (quasi un assessore alla sanità), chiedeva che per consentire lo smaltimento delle ferie al personale in servizio nei centri di urgenza ed emergenza venissero utilizzati medici di altri reparti senza prevedere per il lavoro aggiuntivo il conseguente finanziamento contrattuale. Fatelo gratis.

Mancano purtroppo all’appello della sanità regionale qualcosa come 13.500 persone  fra medici, paramedici e personale amministrativo. E in Campania siamo – sempre purtroppo – abituati da anni a chiusure di reparti e ad accorpamenti di malati in qualche divisione per consentire ai dipendenti di andare al mare o in montagna. Le conseguenze non sempre positive sono sui tempi di attesa, sulla lentezza dei servizi e sulla stessa qualità dell’assistenza.

Stavolta al secondo incontro le organizzazioni sindacali (Anaao Assomed, Cimo, Uil medici, Fvm, Cgil, Fassid Aupi, Fassid Sinafo e Fassid Aipac) arrivano con il broncio. O meglio, con lo “stato di agitazione”, perché in diversi centri della Campania con la giustificazione di utilizzare sanitari “affini ed equipollenti” si chiedono ai medici di lasciare i reparti e fronteggiare l’emergenza del pronto soccorso. Il tutto in piena estate e gratis. “Rischio” è il termine che ricorre nel comunicato che i sindacati utilizzano per fotografare la sanità che ci aspetta nei mesi di massimo saldo. <Rischio> per tutta l’organizzazione, per i cittadini, per i medici e per tutti gli operatori sanitari. Pericolo per un’assistenza precaria che sicuramente non diminuisce se Asl e Regione decidono di mettere mano alla tasca e pagare anche un po’ di straordinario a chi si sacrifica in pronto soccorso. Peggio ancora se si chiede a uno psichiatra di curare un infartuato o ad un otorinolaringoiatra di occuparsi di un braccio rotto.

Vediamo che succede domani, se l’avvocato Postiglione ci sarà, se all’appuntamento sarà presente il governatore De Luca o i suoi consiglieri sanitari. Intanto la direttrice sanitaria dell’ospedale Pellegrini, Maria Corvino, ha allertato il direttore del reparto oculistico, Napolitano, a tenersi pronto con i colleghi per il lavoro in pronto soccorso. Comportamenti simili ad Aversa con internisti e chirurghi, stessa cosa nella Napoli 3 ed a Benevento mentre Ciro Verdoliva il commissario della Napoli 1 (è “al lavoro per garantire salute” – Amen!!!) ha allertato i direttori sanitari di tutti gli ospedali napoletani gestiti dalla Asl perché si adeguino a quanto previsto dalla circolare dell’avvocato Postiglione.