Attività trapiantologica in Campania

Attività trapiantologica in Campania

20 Novembre 2019 0 Di Bruno Buonanno

Gli anestesisti rappresentano la linea avanzata dell’attività di prelievi e di trapianto di organi. Nelle parole di Elio Claudio Bonagura la fotografia della situazione in regione.

 

Elio Claudio Bonagura

Antonio Corcione da presidente del Centro Regionale Trapianti ha un’idea chiara: per accelerare il cammino delle osservazioni di morte cerebrale e le donazioni di organo deve intervenire la Regione. “Ogni direttore di azienda ospedaliera e sanitaria ha degli obiettivi, fra quelli obbligatori si inseriscano le donazioni”, raccomanda lo specialista. La parola passa quindi al governatore De Luca.

La linea del “comandante” Corcione è Vangelo per Elio Claudio Bonagura, rianimatore dell’azienda ospedaliera Cardarelli da anni in prima linea sui prelievi di organo. “Il Cardarelli è il capofila regionale per numero di osservazionie prelievi di organi. In quest’ospedale sono il coordinatore per i prelievi di organo, una sorta di portavoce dello staff sanitario verso i parenti dei ricoverati con gravi problemi neurologici”.

Dottore Bonagura perché il Cardarelli è più avanti degli altri?

“La nostra rianimazione è diretta dalla dottoressa Maria Giovanna De Cristofaro ed abbiamo ventidue posti letto. Sono coordinatore aziendale del Centro regionale trapianti, e in reparto ogni settimana vengo affiancato, a turno, da un collega che apre una linea calda con i familiari di chi è in rianimazione con gravi problemi neurologici. La maggior parte di questi pazienti guarisce e torna a casa, c’è però chi non ce la fa. Nei contatti quotidiani con i familiari di questi ricoverati viene chiarita l’importanza del problema e si dimostra che il loro caro riceve le migliori cure possibili. Questo crea un’alleanza, un rapporto stretto – di fiducia – tra chi assiste un paziente grave e i suoi parenti”.

Per anni, quando la rianimazione del Loreto Mare era diretta dal professore Marco Pica c’erano due centri salvavita quasi in concorrenza…

“Altra epoca. Oggi il Loreto Mare ha trasferito la neurochirurgia all’Ospedale del Mare e la rianimazione del Cardarelli si conferma la più attiva anche per i prelievi di organo. La nostra media è alta perché negli ultimi anni siamo arrivati a 36, 39, 32 prelievi. Quest’anno siamo a 31 prelievi su 44 accertamenti di morte cerebrale, viaggiamo in linea con il Niguarda e il Careggi di Firenze anche se la media nazionale è del 30 – 31 per cento. Il Cardarelli è a quota 25 – 26 per cento”.

Le altre rianimazioni cosa fanno? Perché gli ospedali di pronto soccorso sono assenti? Facciamo dei nomi: San Giovanni Bosco, Pellegrini, San Paolo, Fatebenefratelli, Ospedale del Mare, Santobono, i due Policlinici, il Cto e il Monaldi sembrano fantasmi.

“Io rispondo del Cardarelli. Penso comunque che maggiori potenzialità per i prelievi di organi vanno riconosciute agli ospedali che hanno divisioni di neurochirurgia perché probabilmente accolgono in rianimazione neurolesi gravi. Sono d’accordo con il direttore Antonio Corcione che sollecita i singoli ospedali perché, in rapporto al numero di ricoverati, collaborino con il Centro regionale trapianti”.

Parliamo di obiettivi per i manager. Si riferisce forse a incentivi economici per il personale?

“Assolutamente no. Il Centro trapianti ha stanziato centomila euro per ottenere da ogni rianimazione la nomina di un coordinatoreper i prelievi di organo. L’azienda Cardarelli ha provveduto e si è organizzata. Non credo l’abbiano fatto tutti, se non sulla carta. Fra l’altro quando si esegue un prelievo di organi l’azienda ospedaliera ha un gettone superiore ai diecimila euro. Questo dimostra che l’incentivo economico esiste già. Ma quello non crea il feeling, la linea calda tra i medici ed i parenti di chi è in rianimazione. Credo si debba sapere che quando c’è un’osservazione di morte cerebrale che precede un prelievo il personale impegnato sulle donazioni di organo resta in ospedale anche due giorni per tenere vivo il rapporto con i familiari del paziente”.

Il Cardarelli è protagonista in Campania delle donazioni di organo. Chi lo segue?

“Fortunatamente ci sono dei segnali positivi, anche se sono pochi. Sta lavorando bene il Ruggi di Salerno che in rianimazione ha spesso pazienti con problemi neurologici, in quella struttura lavora molto anche la neurochirurgia. Ci sono state risposte positive dall’ospedale di Giugliano e da una casa di cura convenzionata di Acerra, la Villa dei Fiori”.

C’è chi è contrario alla donazione di organi. Sembra che nella nostra regione le opposizioni sfiorino il 40 per cento dei casi, contro una media nazionale vicina al ventidue per cento.

“Spesso registriamo dei nodai familiari dei pazienti. Può sembrare strano, ma la resistenza alla donazione di organi non è legata allo stato sociale del paziente e della sua famiglia. L’esperienza di anni di lavoro mi ha fatto capire che i familiari di un paziente di origini umilisono sensibili al dolore e spesso più pronti ad accettare la donazione di organi perché aiuta a vivere altre persone”.