Intervento su di un 94enne, salvato da tempesta aritmica

Intervento su di un 94enne, salvato da tempesta aritmica

22 Luglio 2019 0 Di T.U.

Nella clinica “Mediterranea”, la nota casa di cura di via Orazio a Napoli, inaugurata una nuova sala “ibrida”, unica in Campania, per la cura delle aritmie.

La sanità regionale non sempre offre spunti riferibili ad eventi positivi. D’altra parte è anche vero che, come dice il vecchio adagio, un albero abbattuto fa più rumore di una foresta che cresce. Di sicuro rispetto a vicende legate a formiche – eterodirette o meno che siano, poco conta in termini di ritorno di immagine – ad ospedali commissariati per infiltrazioni camorristiche ed a scandali vari, consumati all’ombra di “mamma sanità”, fa sicuramente piacere contrapporre notizie relative alle tante cose buone che pure accadono nel delicato settore chiamato a tutelare la salute dei cittadini campani. La nuova sala operatoria della clinica partenopea, per fortuna, va in questa direzione.

Èstata inaugurata in questi giorni, infatti, la nuova sala “ibrida” per la cura delle aritmie cardiache nella casa di cura Mediterranea di Napoli. Si tratta di una sala operatoria speciale nella quale possono lavorare contemporaneamente cardiochirurghi, emodinamisti ed elettrofisiologi, per curare aritmie più complesse e ottenere risultati migliori.

“La sala è stata realizzata – spiega il dottor Giuseppe De Martino, responsabile dell’Unità operativa per la cura delle aritmie e dello scompenso cardiaco – per gestire con maggiore efficacia quelle aritmie che non possono essere risolte con gli interventi tradizionali che solitamente l’aritmologo effettua nel laboratorio di elettrofisiologia.

La nostra sala ibrida è la prima ed unica del suo genere in Campania. Si tratta di una vera e propria “fusione” fra una sala operatoria di cardiochirurgia ed un laboratorio di elettrofisiologia e di emodinamica.  In questo modo, una equipe multispecialistica, formata da aritmologi, cardiochirurghi ed emodinamisti, può effettuare particolari interventi, definiti “ibridi” che consentono di raggiungere le cellule cardiache impazzite che causano le aritmie sia dall’interno attraverso le vene e le arterie, come già avveniva in passato, sia dall’esterno, attraverso dei piccoli tagli sul torace”.