Ospedale della Doganella, le prime vittime delle formiche

Ospedale della Doganella, le prime vittime delle formiche

1 Luglio 2019 0 Di Antonio Magliulo

Il Consiglio di disciplina dell’Asl metropolitana sospende e priva dello stipendio per un mese l’ex direttore sanitario del “San Giovanni Bosco” che però contesta il provvedimento.

C’era da aspettarselo. Prima c’è stato il “grido” del ministro della salute, Giulia Grillo, che ha invocato lo “scioglimento” del San Giovanni Bosco – qualcuno farebbe bene a spiegarle che un presidio ospedaliero può essere aperto o chiuso ma che, mancando di personalità giuridica propria, in alcun caso può essere sciolto e che, pertanto, il ministro si è trovata ad invocare un provvedimento inattuabile oltre che aberrante da un punto di vista giuridico – poi il numero crescente di chi ha preteso “vendetta subito, a prescindere”.

C’era necessità, insomma, di un provvedimento che individuasse i “colpevoli”, di una malagestione che però dura da sempre, e non da pochi mesi. Per carità, nessuno intende entrare nel merito della decisione del Consiglio di disciplina (oltretutto bisognerebbe avere visione diretta delle carte) ma si resta perplessi sull’opportunità di procedere in questo modo ed in questo particolare momento, pervaso da un pesante clima di veleni. In special modo dopo gli arresti di 126 persone implicate, a vario titolo, nella gestione mafiosa del nosocomio. Un episodio senza precedenti per la dimensione dello scandalo che ha fatto impallidire persino la vicenda, al contempo grottesca ed amara, delle formiche e di eventuali sabotatori.

Non ci sta a vestire i panni dell’agnello sacrificale il dottore Giuseppe Matarazzo – alle spalle un curriculum di tutto rispetto: fra l’altro, direttore sanitario del Cardarelli, dell’Asl di Caserta e del Cotugno, commissario straordinario dell’Azienda dei Colli e dell’Azienda sanitaria locale di Terra di Lavoro – che con grande amarezza commenta: “Un provvedimento di questo genere, non può macchiare quarant’anni di onorata carriera ai vertici di numerose aziende sanitarie”. Quindi aggiunge: “Sono stato direttore sanitario del San Giovanni Bosco per sei mesi. I fatti contestati sono relativi anche alle precedenti gestioni e, pertanto, non mi possono essere contestati, per non parlare dei lavori effettuati in un clima di autentica emergenza, per rimettere in sesto un nosocomio che non veniva interessato da interventi di ripristino da tempo immemorabile. In ogni caso si è trattato di iniziative non solo necessarie ma prese in accordo con l’ex Direzione strategica dell’Asl Na1 Centro”.

Matarazzo non lo dice ma par di capire che sono in vista contestazioni e ricorsi. Certo l’intera vicenda di questo sfortunato avamposto della salute si arricchisce di un ulteriore, sorprendente, episodio: se, come sembra, l’invasione degli insetti è frutto anche di “sapienti sabotaggi” è davvero singolare che invece che i sabotatori a pagare pegno sia chi, a rigore, è il sabotato.