Punti nascita nelle zone disagiate

Punti nascita nelle zone disagiate

17 Gennaio 2020 0 Di La Redazione

Il ministro si è detto disponibile a riaprire la discussione in materia tenendo conto delle sofferenze legate alle chiusure dei punti nascita nelle aree periferiche e montane.

 

Il presidente nazionale del CISADeP, Coordinamento italiano sanità aree disagiate e periferiche, Emanuela Cioni, ha recentemente incontrato il ministro della salute onorevole Roberto Speranza e il capo della Segreteria onorevole Massimo Paolucci sottoponendo ad entrambi la questione nazionale dei punti nascita in aree periferiche, montane e particolarmente disagiate, con le problematiche connesse alla riapertura o alla garanzia dei servizi e dei protocolli per mettere in sicurezza la gestante e il nascituro, oggi purtroppo assenti e carenti e contribuire ad individuare soluzioni praticabili, così come le problematiche delle aree periferiche e particolarmente disagiate in merito ai servizi ospedalieri. In tale occasione si è riscontrata la disponibilità del ministro Speranza e dell’onorevole Paolucci ad approfondire in maniera puntuale le questioni esposte, ed è stato presentato un corposo dossier completo di documentazione e proposte su tali tematiche.

Nel corso del suo intervento, il ministro Speranza ha sottolineato di condividere e capire, essendo lui stesso nato in un paese ad 800 metri di altitudine le problematiche e le difficoltà della popolazione vivente nelle aree montane e periferiche. Speranza, che intende riferirsi in tutta la sua azione ai principi dell’articolo 32 della Costituzione, si sta impegnando a rivedere la politica sanitaria fin qui seguita e a cambiarla radicalmente per riassicurare un servizio sanitario pubblico efficiente anche per i cittadini delle periferie a cui intende dare risposte concrete.

Il ministro ha poi sottolineato l’approvazione del Patto per la Salute 2019-2022 di concerto con le Regioni, che consentirà di riequilibrare meglio la sanità in Italia, ricordando l’aumento al Servizio sanitario nazionale di 2 miliardi di euro e l’inizio di un confronto con le Regioni di un percorso di revisione del Decreto ministeriale 70 del 2015, in cui è confluito anche l’accordo Stato Regioni del 2010 relativo ai punti nascita.

Su quest’ultimo punto, il ministro si è detto pienamente disponibile a riaprire la discussione in materia tenendo conto delle sofferenze legate alle chiusure dei punti nascita per questioni numeriche nelle aree periferiche e montane. Individuando inoltre, anche grazie a nuove pratiche tecnologiche, organizzative ed innovative, soluzioni efficaci che possano garantire piena sicurezza alla gestante e al nascituro. Il ministro è stato, in merito alla riapertura dei punti nascita disponibile ad individuare soluzioni, possibilista in materia, ma abbastanza cauto, per evitare di fare promesse che possono rivelarsi infondate.