“Società degli adolescenti”: focus sulle ghiandole endocrine (I parte)

“Società degli adolescenti”: focus sulle ghiandole endocrine (I parte)

27 Ottobre 2019 0 Di Carlo Alfaro*

“Negli ultimi due decenni, si è riscontrato un anticipo del menarca di circa 12-18 mesi, che può esporre al rischio di sovrappeso-obesità e problemi emotivi”.

 L’’importante simposio si è tenuto nei giorni scorsi a Sorrento nel Teatro Tasso, a cura della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza (Sima), presieduta dalla dottoressa Gabriella Pozzobon, e della Consulta Sanità del Comune di Sorrento, coordinata dal dottor Costantino Astarita, col patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, retti da Maria Teresa De Angelis, e dell’Assessorato alle Pari Opportunità, retto da Rachele Palomba.

La prima relazione è stata rivolta a chiarire all’uditorio il funzionamento degli ormoni che orchestrano la pubertà: “L’adolescenza ed i segreti delle ghiandole endocrine”, a cura del dottor Armando Grossi, dirigente medico dell’Unità operativa semplice di Patologia endocrina dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e Consigliere nazionale Sima, moderato dal pediatra endocrinologo Salvatore Di Maio, già direttore del Dipartimento di Pediatria e Riabilitazione della Aorn “Santobono-Pausilipon. “La pubertà – ha spiegato Grossi- è quella fase di sviluppo che segna il passaggio tra infanzia e adolescenza, il cui inizio in condizioni fisiologiche varia tra gli 8 e i 13 anni nelle femmine e tra i 9 e i 14 anni nel maschio.

È caratterizzata da profondi cambiamenti somatici, dalla comparsa dei caratteri sessuali secondari, dalla acquisizione della capacità riproduttiva e dallo ‘spurt’ di crescita, cioè da un rapido accrescimento fino al raggiungimento della statura definitiva. Perché tutto ciò si realizzi, è indispensabile la (ri)attivazione dei neuroni ipotalamici GnRH secernenti. ‘Ri-attivazione’ perché la pubertà non è un evento  ‘de novo’, ma una fase del processo di sviluppo della ‘funzione gonadica’, che rappresenta un continuum dall’ontogenesi del sistema ipotalamo-ipofisi-gonadi del feto sino al raggiungimento della completa maturazione sessuale. Nel maschio, segni puberali sono: sviluppo dei testicoli (nel prepubere: 1-3 ml, in pubertà uguale o maggiore di 4 ml), incremento delle dimensioni del pene, attivazione delle ghiandole sebacee (acne), comparsa di peluria sessuale/barba, growth spurt, incremento di massa ossea, modificazione della laringe (voce), aumento della massa muscolare, distribuzione del tessuto adiposo, ginecomastia; nella femmina: crescita della mammella, sviluppo dell’endometrio, produzione del muco cervicale, peluria sessuale, growth spurt, incremento di massa ossea, aumento e distribuzione del tessuto adiposo.

Per stadiare la pubertà, il metodo più frequentemente utilizzato è quello di Tanner, sviluppato alla fine degli anni ’60, che offre una descrizione sistematica dello sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie (seno e testicoli) e della peluria pubica. La stadiazione per ognuna di queste caratteristiche prevede cinque step, con lo stadio 1 che rappresenta la fase prepubere e lo stadio 5 che si raggiunge al completamento dello sviluppo puberale. Si tratta di una valutazione di tipo ispettivo. Il timing di attivazione del processo puberale rappresenta un tratto sotto controllo genetico (ereditario) per almeno il 60-80%. Gli eventi che portano al completamento dello sviluppo puberale usualmente si succedono in modo prevedibile. Nelle ragazze, lo spurt inizia precocemente (quando la mammella è allo stadio B2), la velocità di crescita media al picco è di circa 8-9 cm per anno, il picco generalmente si verifica nello stadio B3, circa 6-12 mesi prima del menarca; nei ragazzi, lo spurt inizia allo stadio dei genitali G2, generalmente con due anni di ritardo rispetto alle ragazze, la velocità media di crescita al picco è di 9,5-10 cm per anno, il picco si verifica allo stadio G3-G4. Fattori che influenzano il timing puberale, al di là della genetica, sono: condizioni intrauterine, fattori ambientali (clima, ciclo luce-buio, fattori inquinanti), stato nutrizionale (peso, Bmi), tipo di alimentazione, condizioni di salute, stress”.

A proposito delle influenze ambientali sulla pubertà, il dottor Grossi ha sottolineato il ruolo crescente degli interferenti endocrini: “Negli ultimi due decenni, si è riscontrato un anticipo del menarca di circa 12-18 mesi, che può esporre al rischio di sovrappeso-obesità e problemi emotivi e comportamentali. Le ipotesi che spiegano questo cambiamento comprendono sia fattori intrinseci (stato nutrizionale) che fattori estrinseci, tra cui i contaminanti ambientali”. In conclusione, l’esperto ha sottolineato i rischi dell’attuale disallineamento tra la pubertà biologica e la successiva maturazione psicosociale: “Le nostre strutture sociali sono in gran parte basate sulla convinzione che la pubertà biologica corrisponda alla maturazione psicosociale. Non è più così e potrebbe non essere mai più così. La sfida è che la società adegui le sue strutture a questa biologia; adeguare la biologia alla società è impraticabile, immorale e potenzialmente pericoloso”.

*Pediatra Ospedali riuniti stabiesi